Il museo dell'odontoiatria di Torino

Negli anni '30 il docente di Odontoiatria e Storia dell'odontoiatria dei medici odontoiatri a Torino, Luigi Casotti, donò gran parte della sua collezione privata costitutia da scritti, strumenti, oggetti dedicati per l'appunto alla clinica Odontostomatologica. Nel 1963, quando vi fu il trasferimento della Clinica, tutti gli strumenti da lavoro furono dimenticate in degli scatoloni e non furono mai più utilizzati. Dopo gli anni trenta, quando questi furono riscoperti, vennero esposti nelle vetrine della sala biblioteca a Torino.
Grazie all'interessamento del professore Giulio Preti e alla costruzione della nuova Dental School, presso il Lingotto di Torino, è stato sistemato uno spazio espositivo che ha potuto accogliere una donazione dei dottori Adrianao e Paola. Molti oggetti esposti all'interno del museo dell'Odontoiatria sono stati offerti da collezionisti privati e dalla famiglia Amoretti di Imperia. Ufficialmente, il museo dell'odontoiatria è stato inaugurato il 15 febbraio 2008 ed è stato visitato più volte in occasione di differenti congressi o convegni ondontoiatrici, diventando così il punto forte della Dental School.
All'interno del museo dell'odontoiatria di Torino e dei dentisti in Piemonte, troviamo la riproduzione di quattro studi odontoiatri di varie epoche: si parte da quello del 1884, con una rara poltrona Swinging Chair con sputacchiera al seguito, porta strumenti e trapano a pedale. Successivamente, troviamo lo studio ambientato nel 1950 che ricorda gli attuali studi dentistici; nello studio dentistico dei primi del Novecento, poi, troviamo una poltrona "Ritter" con una campana di vetro sopra la meccanica. Sono anche presenti trapani a pedane e la loro evoluzione in trapano elettrico, gli strumenti utilizzati per illuminare la bocca del paziente, le prime turbine e gli apparecchi per la sterilizzazione degli strumenti, i radiografici, le pinze, strumenti e materiale vario. Tra le ambientazioni presenti troviamo anche una che rappresenta uno studio di fine Ottocento con un banco a tre posti dell'epoca e una serie di strumenti, attrezzi, fotografie e corone stampate al vulcanizzatore per la realizzazione di protesi in caucciù.