Il primo momento in cui vi fu un accenno all'odontoiatria risale precisamente a circa 4.000 anni fa, momento in cui fu inciso su una tavola a caratteri cuneiformi la teoria dell'origine delle carie; questa tavola fu successivamente ritrovata nelle terre della Mesopotania. La tavola in questione parla di un verme che, stanco di vivere nel fango, chiese agli dei di poter vivere nel dente dell'uomo. Questa teoria – se così la si vuol chiamare – prese poi piede in diversi contineti, dalla Cina all'Egitto e arrivò anche all'America precolombiana. Altro documento degno di nota che tratta sempre il campo dell'odontoiatria è il Papiro di Smith, in cui sono segnati differenti diagnosi tra cui la diagnosi e prognosi e la cura dei denti; questo papiro è noto come quello più antico dell'Egitto. Spostandoci in India, tra il IV-V secolo d.c., il medico Sushruta ha classificato 67 diverse malattie che riguardano la bocca; queste si trovano nel suo libro Sushrutha Samhitha. La popolazione etrusca, invece, ha dimostrato, grazie ai suoi resti archeologici, che gli uomini erano più soggetti all'insorgenza di malattie dentarie come gli ascessi, le paradonti ed i granulomi; la spiegazione di questo evento, sta nel fatto che gli uomini vivevono molto di più rispetto le donne. Si parla, infatti, di 35 – 40 anni come età di morte degli uomini, mentre ci si aggira intorno ai 30-32 anni quella della donna. Le popolazione precolombiane dell'Ameriaca del sud, a quanto pare , soffrivano proprio come oggi delle stesse malattie, solo che c'era una bassa incidenza di carie, forse dovuta alla continua masticazione di alcune piante come il tabasco. L'usura dei denti, invece, pare che fosse il peggiore male di questa popolazione: il motivo è individuabile nella durezza dei cibi e dai micro frammenti di pietra lasciati nelle fariche che erano macinate a mano. Al giorno d'oggi, attraverso i
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